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Forse The Classic può essere considerato il disco della salvezza di Joan as Police Woman, quello che conferma il nuovo percorso intrapreso tre anni fa con “The Deep Field”. Infatti, questo nuovo album è un lavoro nel quale la cantautrice americana si allontana – non solo musicalmente – da un periodo di sofferenza, rifugiandosi nel soul e in un suono classico (in stile anni sessanta americano), riveduto e rimodernato con grande maestria.
Forse, come canta in “Shame”, il segreto è che Joan è ormai“stanca di indossare la corona di spine”. Uno dei cambiamenti più visibili si può rintracciare già nella produzione che, dopo un sodalizio ultradecennale, vede l’interruzione del rapporto con Bryce Goggin. Il disco, infatti, è stato prodotto dalla stessa Joan Wasser (il nome all’anagrafe dell’artista) con Tyler Wood, il suo chitarrista. Insieme, hanno deciso di lavorare all’album come se non si trattasse di un corpo unico, facendo una scelta particolare, quella di suddividere le dieci canzoni in tre diversi blocchi, lavorandoli singolarmente. Hanno così cercato di creare qualcosa che potesse risultare più immediato – magari non del tutto omogeneo, seppur sempre ben curato – fresco ed energico, come se per la cantautrice questo fosse un percorso obbligato, tre passi alla ricerca di un’evoluzione e di una rivoluzione, non solo interiore. In “The Classic” il soul e il rock, il folk, il black e il funky si amalgamano alla perfezione con i fiati e i cori, con un uso più moderato delle chitarre e una ricercata delicatezza negli arrangiamenti, come in “Witness”, dove la batteria e (soprattutto) il basso guidano la “saggezza guadagnata”. Nei testi si possono trovare le sensazioni di un viaggio che ha attraversato Israele e il muro del pianto (“Holy City”), la speranza che ritorna in una storia d’amore (“tu e io, immagina noi due felici”, in “Get Direct”) e la necessità di ascoltare se stessi (“perché c’è sempre qualcosa da imparare, anche se doloroso” in “What Would You Do”). Nell’intero album Joan sembra fare un atto di responsabilità, una riflessione che si discosta dalle istantanee del passato. Da segnalare il brano (del tutto vocale) che dà il titolo al disco, dove Joan si fa accompagnare da Joseph Arthur e Reggie Watts. Da ascoltare, invece, e senza indugio “What Would You Do”, “Witness”, “Get Direct” e “Good Together“.
“The Classic” è il disco che non ti aspetti, di certo non da una come Joan as Police Woman, che ci ha abituati a un determinato uso delle chitarre e della sofferenza nei suoi pezzi; l’ascolto iniziale lascia sorpresi, perché ci si trova davanti un lavoro diverso. Un lavoro che forse preannuncia altri futuri cambiamenti, dimostrando una Joan poco statica, in continua evoluzione, a differenza di tanti altri suoi colleghi.
(Pubblicato su Shiver)