Parole per resistere

PAROLE PER RESISTERE

Giovedì scorso sono stato a Modena per parlare di demenza. Il Gruppo Ceis ha organizzato l’incontro “Parole per resistere”, aperto ai familiari e agli addetti ai lavori. Durante l’evento ho citato “Il vecchio Re nel suo esilio”, libro dello scrittore austriaco Arno Geiger. Mi serviva per spiegare perché non si deve far ragionare un malato di demenza. Infatti, dire come stanno le cose non serve a nulla, se non a metterlo sulla difensiva, a creare una barriera tra di noi. All’inizio l’ho fatto anch’io, perché – mentre spiegavo – mia madre iniziava a ricordare le cose. Ma quando la sindrome avanza, di certo non si rivela l’atteggiamento migliore da adottare.

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Clandestini

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Esce in questi giorni la ristampa di Clandestini, antologia poetica che mi vede in compagnia di autori che ho amato molto: da Antonella Anedda a Roberto Carifi, da Milo De Angelis a Gianni D’Elia, da Tomaso Kemey a Vivian Lamarque passando per Franco Loi, Alda Merini, Giampiero Neri e Roberto Roversi.

L’antologia è in italiano con traduzione in spagnolo a cura di Hiram Barrios.

Cliccando su questo link si può leggere un articolo che parla della raccolta, pubblicata da I quaderni del Bardo edizioni.

La Memoria

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Il 10 ottobre La Lettura ha pubblicato due pagine disegnate da Paco Roca. Anticipano la nuova graphic novel Ritorno all’Eden, pubblicata da Tunué.
L’autore racconta di quando ha deciso di realizzare un libro che parlasse di suo padre: «Quando mi misi a lavorare al fumetto mi resi conto di quanto poco conoscessi di mio padre. Tutta una vita piena di gioie, dolori, esperienze… riempiva appena poche pagine di un file word».

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Una vita nuova

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Oggi mio padre avrebbe compiuto 81 anni. Così, per l’occasione, racconto una delle sue storie.
Quando sono rimasto a casa con loro per aiutarli, a volte Lucia se ne usciva all’improvviso con ricordi lontani. Mio padre rideva e mi raccontava cose che non conoscevo, rimettendo tutto in ordine. Non avevamo ancora capito che mia madre stava perdendo per sempre tutte quelle storie.
Trovo che averle “salvate” sia una fortuna.
Il racconto si può leggere su Poetarum Silva, cliccando su questo link.

Il contatto

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In queste ultime settimane, il linguaggio che utilizzo con mia madre è il contatto. La demenza, purtroppo, ha eroso tutto il resto. Le parole che un mese fa le strappavano una risata oggi, molto spesso non riescono a sortire effetto alcuno.
Il contatto, le carezze, i baci e i massaggi sono le uniche cose che Lucia comprende e che l’aiutano a stare bene. Lei, con me, aggiunge anche i morsi, visto che la fanno ridere. Continua a leggere

Presentazioni, postfazione e tre poesie

Dopo la prima data a Torino in compagnia di Giorgio Olmoti, proseguono le presentazioni di Poesie per il risveglio. Le prossime date sono:

14 febbraio
Caffè letterario Luccalibri, in Viale Regina Margherita 113 a Lucca, in compagnia della poetessa Irene Paganucci.

15 febbraio
Libreria Incontri Indipendente, in Piazza della Libertà 29 a Sassuolo, in compagnia del poeta Luca Ispani

28 febbraio
Nuvole in Cantina, in Via Canaletto 11 a Milano, in compagnia di Jacopo Ninni

Intanto, su Perigeion è possibile leggere la postfazione al libro scritta da Gianni Montieri e tre poesie da lui scelte.

Questo il link.

Settebello

Nei mesi in cui ho aiutato i miei genitori a vivere meglio le loro malattie, mio padre mi ha regalato molti ricordi. Viaggiano in parallelo con le (dis)avventure di mia madre. Quando riascolto gli audio mi accorgo che, mentre mio padre racconta, Lucia si intromette con domande o discorsi che non c’entrano nulla: questi erano un segno – che non siamo stati capaci di riconoscere – della demenza che si stava facendo largo.
Oggi mio padre avrebbe fatto cifra tonda. Quindi, per questi suoi ottant’anni, gli restituisco uno dei suoi ricordi. Convinto che lui stia vedendo e ascoltando tutto quanto. Lucia non si ricorda più che vi siete sposati, ma anche ieri mi ha chiamato con il tuo nome. Quindi, anche se non sa chi sei, nel suo cuore sei ancora con lei.

Il primo acquisto di mio padre per spostarsi in città, senza dover aspettare o inseguire i mezzi pubblici, non è stata una macchina – come gli sarebbe piaciuto – ma una motocicletta. Gli piaceva molto il Maggiolino ma costava 650.000 lire ed erano troppe per quelli che erano i suoi progetti. Così, alla fine, decise di ripiegare su una moto, un Morini 7bello, diventata famosa grazie al pilota Giacomo Agostini. La prima volta che chiese informazioni, a novembre, gli dissero che per 309.000 lire sarebbe stata sua.
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