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Il 10 ottobre La Lettura ha pubblicato due pagine disegnate da Paco Roca. Anticipano la nuova graphic novel Ritorno all’Eden, pubblicata da Tunué.
L’autore racconta di quando ha deciso di realizzare un libro che parlasse di suo padre: «Quando mi misi a lavorare al fumetto mi resi conto di quanto poco conoscessi di mio padre. Tutta una vita piena di gioie, dolori, esperienze… riempiva appena poche pagine di un file word».

Nella vignetta successiva continua: «Ebbi la triste sensazione che la sua Memoria si fosse persa senza che nessuno la preservasse, e con essa la possibilità di capirlo meglio».
Le due pagine si chiudono con un disegno in cui l’autore spagnolo salva un’intervista a sua madre e commenta: «La memoria degli altri ci aiuta a conoscere il mondo e noi stessi».

Questo è quello che avverto ogni volta che mi capita di riascoltare le storie dei miei genitori: la loro memoria mi aiuta a ritrovare le origini, mi aiuta a conoscere qualcosa di me.
La voce di mio padre, a volte profonda e a volte sospesa sopra un filo, racconta le case e le città in cui ha vissuto, le persone con cui ha condiviso dei giorni lontanissimi, i volti del suo paese natale – gli unici che riconosco – e le speranze e le paure di chi ha attraversato gli anni sessanta e settanta.

Quei suoi racconti, a volte, riescono ancora a sorprendermi perché certe storie non le ricordo ed è come se le ascoltassi per la prima volta. È sempre una sorpresa.
Quei file audio, quelli in cui mio padre racconta la nostra storia, li ho messi da parte e ne ascolto due o tre l’anno, pochi giorni prima del suo compleanno.
Così torniamo di nuovo tutti e tre insieme, Sebastiano che racconta, Lucia che ci interrompe e io che rispondo alle sue ripetute domande.
Ridiamo spesso e anche queste risate, nei ricordi che ho di quei giorni immersi nella malattia, non le ricordavo.
Nell’ultimo file che ho ascoltato ieri, mio padre parla di Gianni, un collega che ha conosciuto alla fine degli anni cinquanta, emigrato da Caserta insieme alla moglie e a due bambini piccoli. Mio padre lo aiutò a trovare un appartamento in affitto – garantendo per lui – e un secondo lavoro. Mentre Lucia ci interrompe di continuo perché vuole sapere quando arriva il capo (si riferisce a mio padre, che in quei giorni non era più capace di riconoscere), Sebastiano continua a raccontare di Gianni e della loro vicina di casa, una signora anziana che non aveva più nessuno e che ogni tanto mangiava a casa loro. Lei, in punto di morte, gli regalò un mobile nel quale, tempo dopo, troveranno un libretto al portatore.
Era un altro mondo, dice mio padre e mia madre dice che è vero, che erano altri tempi.

Oggi è il compleanno di mio padre e così anch’io ritorno a quel tempo, ritrovo le loro voci, i loro ricordi, la nostra storia.
Per questo, tanti auguri Vastià.