Ricevere un sms di prima mattina da mio padre, lui che non ne scrive mai, con quella che sembra un’unica parola “Marcoemortopinodanieleciao“, in un solo istante ricorda la mia adolescenza, i primi vinili acquistati nel secondo negozio di Stradivarius (quelli del periodo ’77-’87), le ore passate sdraiato su un letto ad ascoltare quei dischi, le ore passate a cercare di suonare su una chitarra classica quelle stesse note, il primo concerto visto da solo (perché certe cose non si possono condividere) e tante altre cose che tutte insieme forse non ho mai vissuto con (e per) nessun altro artista.
Anche se da diverso tempo mi sentivo quasi tradito dal suo percorso, in quei primi cinque album ritrovavo sempre quella magia che prendeva allo stomaco, quella sensazione di sentirsi a casa, quella prima e duratura sensazione di innamoramento e, allo stesso tempo, di libertà.