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Provate a immaginare una città europea senza locali in cui andare ad ascoltare un concerto. La sola idea mette addosso un senso di tristezza. Pensate che proprio questo è ciò che sta accadendo in questi giorni nella città della moda, nella città da bere.
Con una giunta comunale così attenta alle piccole (presunte o reali) irregolarità dei vari locali milanesi (specie se si tratta di Circoli Arci o Associazioni) viene quasi da pensare che ci si trovi davanti a una città modello. Poi, invece, si leggono le pagine di cronaca cittadina: assessori arrestati per tangenti, aumento della disoccupazione, il problema dell’usura sempre più presente ma taciuto nelle interviste in doppiopetto, le incursioni della mafia negli affari lombardi e il racket delle case popolari. Tutti problemi di secondo piano, a guardare l’operato di Palazzo Marino.