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fabrizio de andré, flashback 135, immagini, nuvole, parole, poetarum silva, racconto breve, rubrica, viaggio
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Il tuono, sulla spiaggia, ha un rumore più forte; sembra un incidente. Ti giri di scatto e non vedi nulla. La prima volta capisci solo quando vedi il lampo, in lontananza. Vulcano, oggi, è l’unica isola che si lascia guardare, le altre sono nascoste dalle nuvole o dalla foschia. Alla sua sinistra si distinguono righe di pioggia. Non ci avevo mai fatto caso; scendono in verticale, con il vento che le sposta sempre poco prima che tocchino terra. Nella città, tutto questo, non si riesce nemmeno a immaginare. Dall’altra parte, in un vuoto di nuvole e di grigio, si vedono l’azzurro e le montagne ancora innevate. Le nuvole, penso, sono accorse tutte verso le isole, per nasconderle meglio, per non farle trovare. Quelle nuvole che, come diceva Fabrizio De André, vanno. Quelle nuvole che vengono.
(Pubblicato su Poetarum Silva)