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Ad Alessandro Fiori sono bastati solo cinque giorni per scrivere (e registrare) le nove canzoni di “Cascata”, disco nato tra la sua casa di Arezzo e lo Zen Arcade Studio di Catania. Dopo il doppio episodio di “Questo dolce museo”, uscito nel 2012 prima sotto forma di un ep con cinque brani e poi come disco ufficiale, Cascata esce solo in formato vinile con una tiratura limitata di trecento copie, tutte firmate a mano, distribuite dalla Audioglobe e prodotte dalla Viceversa Records (del direttore artistico Cesare Basile).
Nell’album ci sono diversi nomi di spicco, come quello di Cesare Basile (ukulele, percussioni e chitarra), di Anna Balestrieri dei Black Eyed Dog (balalaika) e di Marcello Caudullo (chitarra).
Nelle nove canzoni risalta la componente elettronica che riveste quello che si può considerare il punto di forza del disco: i testi. Questi, infatti, si rivelano delle poesie messe in musica, piene di immagini, spesso di visioni, come in “Big fish” o ne “Il suono del cratere centrale”. Dall’iniziale “Volevo solo farle il caffè” a “Cascata”, passando per “Un misterioso caso”, il disco è un’immersione totale in un mondo visionario e surreale, pieno di doppie voci, di sinth, di frasi ripetute e di una leggera malinconia di fondo.
Cascata è la dimostrazione di quello che oggi dovrebbe essere il mestiere del cantautore; Alessandro Fiori non ripete all’infinito una formula vincente ma si reinventa, lavoro dopo lavoro.
(Pubblicato su Fuori Asse)