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Due anni dopo l’esordio di …a colorare Libertà, i cosentini VillaZuk tornano sul mercato discografico con Meno male Robertino, lavoro autoprodotto in collaborazione con Angelo Sposato (Sud Studio).
L’album, anticipato dal video di “Tutt’uno” (con la regia di Giacomo Triglia), è in promozione con la Picicca Dischi e si discosta leggermente dalle atmosfere del lavoro precedente, lasciando intuire alcuni degli ascolti che hanno ispirato il trio calabrese, dalla Bandabardò (“Tutt’uno”) a Fabrizio De André (“Mondo favola”), passando per i Mercanti di Liquore (“Verde sigillo”). Ci si trova davanti un classico folk italiano che prova a unire generi diversi tra loro (come il reggae di “Ti saluto ciao” o il finto barocco di “Cavalcherà”), che si arma di testi semplici, pronti a denunciare ciò che ci circonda, come la situazione delle carceri italiane (in “Si guardu fora”). Nel disco i VillaZuk si appoggiano anche al dialetto (“Si guardu fora”, “E si fiss” e “Cavalcherà”), dimostrando quanto per loro siano importanti le radici, il rapporto con la propria terra.
È un lavoro che prova a fare della positività il proprio linguaggio, parlando di bellezza, dell’amore per la natura e di un atteggiamento positivo nell’affrontare la vita (“sorridere al bambino anche quando è tutto storto” da “Meno male Robertino”), un lavoro nel quale i Villazuk indossano i vestiti della festa e lanciano un segnale (positivo) per il folk italiano. Come dire: meno male, Robertino.
(Pubblicato su Shiver)