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entourageA (quasi) un decennio di distanza dal primo demo e dopo la doppia uscita dello scorso anno (in formato ep) con l’attuale etichetta (La Dura Madre Dischi), i messinesi Entourage pubblicano il secondo album ufficiale dal titolo Vivendo Colore. Le undici canzoni di questo nuovo lavoro sembrano attraversare tutte le gradazioni dei colori, passando dal rosa di “Brigitte” (“sei quel colore che fa di me ogni canzone”) al verde di “Tappeto volante” (“è l’armonia degli alberi”) e ancora dal rosso di “I Can” (“io ho un colore rosso che a morir non servirà più”) all’azzurro di “Evoluzione” (“continueremo a ricercare quant’è profondo il mare”) o all’oro di “Kronos” (“luci che sono d’oro naturale, luci che sono il tempo”). In poche parole, si potrebbe definire un disco pieno (metaforicamente) di colori e (oggettivamente) di buone canzoni.

Di fatto, ci troviamo di fronte a un buon disco anche se – e bisogna per forza di cose farlo notare – sin dalle prime tracce si avverte un suono (e un modo di cantare) che si avvicina un po’ troppo al passato dei Marlene Kuntz (la bellissima “Kronos” ne è la dimostrazione lampante). Questo, sia chiaro, non è assolutamente un fattore negativo. Ma, in un’epoca caratterizzata da uno streaming selvaggio e da ascolti usa e getta, potrebbe essere interpretato come una mancanza di personalità. Personalità che, invece, gli Entourage stanno continuando a plasmare anno dopo anno, alla ricerca della propria voce originale, cercando di sperimentare sia nel suono sia nel genere. Le canzoni migliori dell’album risultano da subito “Kronos”, “Prima luce” e “Tappeto volante”, quest’ultima scelta come singolo. I testi sono per lo più brevi e immediati e hanno come funzione principale quella di supportare il suono, utilizzando un linguaggio quasi crepuscolare; armoniaanimarosso cuore si potrebbero considerare le parole chiavi dell’album. Infatti si parla di “armonia degli alberi magia degli angeli” (“Tappeto volante”) o de “l’armonia che c’è tra terra e mare” (“I Can”), de “l’anima che verrà di un bimbo che solo sa crescer”e (“Guru”) e di “una storia che riempirà le mie parole, una storia che spara dritta al cuore” (“Battiti”).

Gli Entourage (al secolo Luciano Panama, Francesco Piccione e Paola Longo), alternando ballate a canzoni decisamente elettriche, dimostrano mestiere e sanno di aver intrapreso la giusta strada; in attesa che la loro voce sia plasmata quanto prima, per sentire – usando parole loro – “il suono e i passi di un’atmosfera che affascina”.

(Pubblicato su Shiver)