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28Carmelo

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Carmelo ha visto lo spirito santo e ha scritto un libro. Era maggio, a casa di amici; niente fumo e niente alcool, ci ha tenuto a precisarlo. Mentre parla mi guardo intorno, penso alla staticità degli alberi e al suono che nasce quando soffia il vento o scende la pioggia. Lui è perso tra i numeri, quasi ossessionato, io sembro solo disperso. Faccio di sì con la testa un paio di volte, sorrido e poso il libro sul tavolo. Dio è donna, dice. E mentre afferma il suo credo mi guarda, cercando una reazione. Io penso alla mia staticità, a questo restare fermo sulle mie posizioni, come un albero, cambiando solo quando soffia forte il vento della distrazione. Ci salutiamo come due perfetti estranei, io guardando verso il bosco, lui sommando i numeri della targa.

(Pubblicato su Poetarum Silva)