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Catodico praticante, secondo disco solista di Luca Urbani, già mente dei Soerba e del progetto ZeroUno (in compagnia, tra gli altri, di Mao, Garbo, Lele Battista, Andy e Morgan dei Bluvertigo ), arriva quattro anni dopo ElectroDomestico. Si tratta del secondo episodio di quella che lo stesso Urbani ha definito la trilogia dell’elettrodomestico.

Anticipato dall’ep Chissà mai che, a parte il brano omonimo presente anche in questo album, contiene altri cinque pezzi inediti, il disco è prodotto da Discipline, label che lo stesso Urbani dirige in compagnia di Garbo e di Alberto Stylòo.

Catodico praticante, più che il titolo di un disco, potrebbe essere benissimo una descrizione calzante dell’italiano medio; distratto (e guidato) per circa un ventennio dal tubo catodico (nemmeno fossimo in un libro di George Orwell o di Ray Bradbury), al punto da rendere vero tutto quello che attraversa lo schermo. Tutto ciò che è al di fuori viene visto con totale disinteresse, arrivando quasi a credere che non esista.

Il disco, suddiviso in quattordici tracce, vuole in effetti essere una proiezione della società contemporanea. Dentro, come nei lavori precedenti di Urbani, molta elettronica e testi che trasformano l’album in un palinsesto, con tanto di accensione, di cambio canale, di pubblicità e di fine programmi, seguito da una traccia fantasma che non è altro che una vecchia registrazione che spiega il funzionamento dei primi televisori col tubo catodico.

Quattordici tracce che compongono un concept album di tutto rispetto, che racconta la televisione sia dalla parte dello spettatore sia dalla parte del produttore; una realtà analizzata con distacco e in modo lucido, che accoglie pensieri (Chissà mai) e detta i tempi (Cambio canale), che ci distrae (L’illusione del sogno) e ci lascia addosso l’illusione malinconica della felicità (Sono felice).

Al disco hanno collaborato anche i fratelli Floriello (Davide e Stefano, quest’ultimo in passato batterista live dei Soerba), Matteo Gentili (alle chitarre e al synth), Marilena Crescente (autrice dei testi di L’illusione di un sogno e Sono felice) e Hellzapop (al secolo Davide Cappelletti, qui nelle vesti anche di produttore).

Catodico praticante non è per niente un disco facile e ha come unico limite il genere musicale, in Italia rimasto (quasi) sempre ai margini del mercato. E sarebbe davvero un peccato perdersi questo album, perché canzoni come Pre-potente (in un mondo vario / tu fai l’indifferente / e non la differenza) e La tua ombra (alla ricerca di una tavola imbandita / di un concetto alto della vita) da sole ne varrebbero l’acquisto.

E’ un lavoro che ci riporta alla mente una lettera vecchia di quarant’anni, nella quale si parla di un’Italia omologata e distrutta di ogni autenticità e concretezza, dove gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che viene imposto secondo le norme della produzione creatrice di benessere. Insomma una televisione autoritaria e repressiva. Questo era quanto scriveva quarant’anni fa, lucidamente e in modo quasi profetico, Pierpaolo Pasolini. E in un certo senso è anche ciò che nel disco viene cantato da Luca Urbani. Di professione cantante e di religione catodica. Di sicuro non praticante.

Tracklist:
01. Tv accesa 
02. Catodico praticante
03. Pre-potente
04. Chissà mai
05. Immobile
06. Tv pubblicità
07. Ogni giorno
08. L’illusione di un sogno
09. Tv cambio canale
10. Meglio
11. La tua ombra
12. Bruciare
13. Sono felice
14. Tv spenta 

(Pubblicato su PopOn)