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Provate a immaginare una città europea senza locali in cui andare ad ascoltare un concerto. La sola idea mette addosso un senso di tristezza. Pensate che proprio questo è ciò che sta accadendo in questi giorni nella città della moda, nella città da bere.

Con una giunta comunale così attenta alle piccole (presunte o reali) irregolarità dei vari locali milanesi (specie se si tratta di Circoli Arci o Associazioni) viene quasi da pensare che ci si trovi davanti a una città modello. Poi, invece, si leggono le pagine di cronaca cittadina: assessori arrestati per tangenti, aumento della disoccupazione, il problema dell’usura sempre più presente ma taciuto nelle interviste in doppiopetto, le incursioni della mafia negli affari lombardi e il racket delle case popolari. Tutti problemi di secondo piano, a guardare l’operato di Palazzo Marino.

E’ una giunta comunale, questa, che spazio dopo spazio, sta chiudendo tutti i luoghi in cui fare musica a Milano. Hanno chiuso o pagato dazio il famosissimo Rolling Stone, il Music Drome, lo Zoe, il Black Hole, il Plastic, il Rainbow, la Cascina Monluè, l’Atomic, il Bitte, La Scighera, lo Spazio Concept, il Sottomarino Giallo e per finire Le Scimmie e La Casa 139 (senza dimenticare il PalaSharp e senza contare i Centri Sociali).

Ad alzare il polverone è stato lo scorso venerdì il sequestro preventivo per presunte irregolarità di tesseramento de La Casa 139, a una settimana di distanza dalla chiusura de Le Scimmie.
“Quello che è successo venerdì sera è la conseguenza di accanimenti degli ultimi tre anni con la polizia annonaria. Stanno facendo pressione su tutti quei posti dove si fa della musica. A La Casa 139 hanno messo i sigilli per una questione burocratica, sulla contestualità delle tessere. La polizia sostiene che non si possano fare rinnovi per tesserati di altri circoli Arci. Quando si sa bene che l’Arci è un’Associazione Nazionale e quindi si possono rinnovare le tessere di qualunque posto. E così ci hanno catalogato come locale pubblico, licenza per la quale non abbiamo i requisiti.”

A parlare è Angelo Brezza, presidente de La Casa 139, che aggiunge: ‘Siamo stati contestati per aver perfezionato il tesseramento presso la nostra sede di via Ripamonti e per aver rinnovato tessere che non erano del nostro circolo”.

E come ricorda Emanuele Patti, presidente di Arci Milano: “Come associazionismo, c’è la libertà di come fare il tesseramento, non c’è nessuna legge che impedisca o vieti di fare le tessere. E’ una formalità, è garantita dall’art. 18 della Costituzione. La contemporaneità non è vietata. I controlli devono essere fatti, giustamente, ma bisogna verificare che l’associazione esista. E, al contempo, non può essere un limite per noi. Altrimenti bisognerebbe utilizzare lo stesso metro di giudizio anche per le tessere dei supermercati, dei benzinai e via dicendo. Sul rinnovo il socio può rinnovare in un qualsiasi circolo dell’Arci”.

“Questa cosa di chiudere gli spazi legati alla cultura a Milano mi spaventa. Non riguarda solo i circoli Arci, basta pensare a Le Scimmie. Stanno scomparendo da Milano le iniziative, basta pensare alla Cascina Monluè. La città si deve interrogare e non solo sui circoli Arci. Vogliamo una città semplice e che semplicemente vive e non una città per vecchi”.

Come se ne può uscire? L’assessore Terzi ha proposto di offrire licenze provvisorie ai locali appena chiusi, ma questa non è certo la soluzione. E’ solo la conferma di come la giunta stia governando la città senza dimostrarsi capace.

Per protestare contro questo provvedimento che probabilmente terrà La Casa 139 chiusa per circa un mese, ma soprattutto per chiedere alla Giunta di mantenere gli spazi per fare musica e altre attività, si terrà una riunione sabato 12 alle 15.00, presso il circolo ARCI “LO-FI” in via Pietro Giuseppe Pestagalli 27.

Qui si deciderà come impostare la “manifestazione musicale” di sabato 19 alle 15.00 in Piazza Fontana, dove parecchi artisti indipendenti hanno già garantito la propria presenza, dagli Afterhours ai Tre Allegri Ragazzi Morti. Una manifestazione finalizzata al mantenimento degli spazi affinché giovani artisti sconosciuti e anche artisti già affermati possano esibirsi.

Per adesso, comunque, non avete nulla da temere. Se capitate nel capoluogo lombardo potrete ancora trovare qualche locale aperto che fa musica. Come il Blue Note. Quel Blue Note che, oltre a essere un’etichetta di musica jazz, all’estero è sinonimo di musica di qualità. Quel Blue Note che, purtroppo per voi, ha già dato il concerto di Valerio Scanu a inizio mese…

(Pubblicato su Bravo!)