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Dopo l’incontro con gianCarlo Onorato (produttore dei due dischi precedenti), che li portò a ricevere il premio rivelazione al Mei del 2006 e alla partecipazione ad Arezzo Wave, i Guignol cambiano strada. “Una risata ci seppellirà” esce con la produzione della stessa band in compagnia di Francesco Campanozzi (Marco Notari, Madam, presente in sette brani del disco) e Paolo Perego di CasaMedusa (Amor Fou, Fiamma Fumana). Tra le partecipazioni del disco troviamo Cesare Basile, Amaury Cambuzat (Ulan Bator, già presente in “Rosa dalla faccia scura”) e Davide Gammon (Hikobusha, all’armonica in “Dall’altra parte”).
Ispirati dalla marionetta francese a cui hanno preso in prestito il nome, le dieci tracce del disco affrontano i problemi reali con l’arma della satira. Si parla di indifferenza e di riscatto, di disfatte e di cinismo. Musicalmente il disco inizia con un pezzo che per una ventina di secondi fa pensare di avere tra le mani un brano dei Calibro 35 (“Cristo è annegato nel Po”), dove si tocca il tema dell’indifferenza, del diverso e del vento del nord che in questi ultimi tempi soffia soprattutto su questo vecchio “belpaese”. Si continua trattando anche il tema dell’informazione ne “L’incendiario” (dove nel sogno si riscatta una realtà da dimenticare e dove alla chitarra troviamo Amaury Cambuzat), la cui frase “c’è troppa informazione e poca veritଔ è più che mai attuale. In “Il turno” si parla delle (tante) morti bianche, quelle che avvengono sui luoghi di lavoro e che non avranno mai un tricolore a ornare la bara mentre in “Farfalla” sono i sensi di colpa a farla da padrone.
Il cantante, a tratti, sembra ispirarsi allo stesso Cesare Basile (presente in “12 marmocchi”) e a Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori, seppure con meno incisività e meno potenza. Il disco è tutto sommato un buon disco, che si distacca in qualche modo dai lavori precedenti. Non è il disco della maturità ma un lavoro che continua il percorso dei Guignol. Tra rock, richiami agli anni ’70 del progressive, tra la canzone francese e il folk. Un disco che si lascia riascoltare volentieri e che, più che risate, a volte regala l’amarezza di guardare “con aperti estranei occhi” quello che ci circonda.

Tracklist:
01. Cristo è annegato nel Po
02. La montagna
03. Il sonno ritrovato
04. Farfalla
05. Il paradosso
06. Dall’altra parte
07. 12 marmocchi
08. Polli in batteria
09. Il turno
10. L’incendiario

(Pubblicato su Ondalternativa)